Alluce valgo | Dott. Antonio Giardella

Descrizione

L’alluce valgo è una condizione spesso invalidante che colpisce un gran numero di persone, quasi sempre donne.

Ricorre tra le cause, non del tutto conosciute, la familiarità e l’uso di calzature sbagliate. Può essere secondario ad altre patologie o alterazioni strutturali, come il valgismo calcaneare e la pronazione dell’astragalo, oppure patologie autoimmuni e degenerative.

I sintomi sono dovuti alla deviazione dell’alluce verso le altre dita e possono essere distinti in: 1. dolore alla pressione e al carico nelle forme avanzate; 2. gonfiore associato ad una protuberanza ossea sul bordo interno del piede, aggravato dalla pressione nell’indossare le scarpe; 3. pelle dura, callosa ed arrossata tra l’alluce e il secondo dito sovrapposto (borsiti reattive che talvolta possono ulcerarsi e infettarsi); 4. progressiva alterazione della forma e della bio-meccanica del piede.

In casi selezionati è possibile effettuare un trattamento conservativo finalizzato prevalentemente ad alleviare il dolore, ma tale trattamento non riesce ad impedire che la condizione patologica peggiori nel tempo. Eventuali trattamenti non chirurgici consistono nell’uso di antidolorifici per bocca o locali, nell’uso di tutori specifici o confezionamento di plantari e/o scarpe idonee.

Cosa fare prima dell’intervento

La prima premessa da fare è che la chirurgia non deve essere una cura per soli scopi estetici. Lo specialista ortopedico, attraverso lo studio del piede e degli esami strumentali, può evidenziare, insieme alla deformità, una condizione dolorosa o meno, sia dell’alluce che di altri segmenti del piede. Nei casi in cui l’esordio del dolore è recente e non limitante, il consiglio dello specialista può essere quello di indossare scarpe idonee, a pianta larga e fatte di pelle morbida, e/o associare un trattamento conservativo. Se la condizione della deformità tende ad aggravarsi insieme alla sintomatologia dolorosa ad alla limitazione funzionale, il trattamento chirurgico diventa necessario.

Intervento chirurgico e ricovero

La chirurgia è l’unico modo per correggere un alluce valgo. Lo scopo della chirurgia è quello di alleviare il dolore e migliorare l’allineamento dell’alluce, consentendo un ritorno alla vita abitudinaria, nonostante possano rimanere anche dopo il trattamento chirurgico dei limiti nell’indossare alcuni tipi di calzature.

L’operazione in genere si svolge in anestesia locale o loco-regionale, ed è spesso eseguita con una procedura in day hospital.

Esistono molte procedure chirurgiche differenti per correggere l’alluce valgo. Il tipo di chirurgia raccomandata dipenderà dalla gravità della deformità, dall’età del paziente e dalla presenza o meno di patologie associate (artrosi, osteoporosi, malattie dismetaboliche). Il chirurgo può utilizzare cambre, fili di metallo o viti, per mantenere le ossa in posizione mentre guariscono. A seconda del tipo di intervento chirurgico necessario, questi mezzi di sintesi possono essere lasciati in sede, oppure essere rimossi. Nei casi in cui sono presenti gravi deformità dell’alluce, con spesso una degenerazione artrosica associata, la scelta chirurgica può prevedere un’artrodesi, fermando insieme 2 ossa dell’“articolazione metatarso falangea”.

Le tecniche operatorie più recenti e innovative sono sempre meno invasive. Le tecniche percutanee e la più recente chirurgia mini-invasiva permette di correggere tali deformità attraverso piccole incisioni per introdurre minuti strumenti chirurgici. L’integrità delle parti molli ed il corretto orientamento delle linee di taglio osseo rendono queste osteotomie intrinsecamente stabili, da non rendere necessaria la stabilizzazione con mezzi di sintesi (per questo motivo detta chirurgia mini-invasiva). La correzione viene mantenuta con un semplice bendaggio con il quale, attraverso scarpe ortopediche specifiche, è possibile deambulare già a partire dal giorno stesso dell’intervento.

Cosa fare nel post-operatorio

In seguito ad un intervento di correzione dell’alluce valgo, il piede e la caviglia possono essere gonfi per 3 mesi o più. All’inizio è necessario tenere sollevato il piede per sovrapporre del ghiaccio in sede locale per ridurre il gonfiore. Alla dimissione il paziente avrà un bendaggio ed indosserà scarpe ortopediche speciali, che andrà avanti a calzare per 4-5 settimane. Il bendaggio dovrà poi essere rinnovato con cadenza settimanale o bisettimanale a seconda dei casi. A 3 e 6 mesi dall’intervento dovrà essere effettuato un controllo specialistico con esame radiografico. Se si svolge un lavoro pesante si potrà riprendere l’attività dopo circa 2-3 mesi, se si svolge invece un lavoro da scrivania la ripresa sarà consentita prima.

Complicazioni

Le complicanze relative a tale chirurgia sono rare ed hanno una frequenza tra il 7-10%. Esse possono includere trombosi venose profonde, rigidità articolari, ritardo o incapacità di guarigione dell’osso, dolore sotto la pianta del piede, gonfiore prolungato, infezioni, recidiva o forme algo-distrofiche, danni ai nervi del piede.

Se dovessero presentarsi delle complicazioni è consigliato rivolgersi allo specialista per affrontarle quanto prima.

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